La festa

Il suono della sveglia è appena percettibile. Muovo il braccio nel buio – ho ancora gli occhi chiusi – e la spengo, poi accendo la lampada sul comodino. Un’altra giornata da affrontare. Mi alzo a fatica, tolgo il pigiama e indosso la tuta.

In bagno, faccio scorrere l’acqua nella vasca. La signora si sveglia ogni mattina alle cinque e mezza, la sollevo dal letto – è molto più semplice che far alzare me in realtà, lei non pesa niente – e la siedo sul water.

«Come ha dormito?» le chiedo, e lei risponde sempre «Distesa». Non è una battuta, la sua. Denota un’attenzione al corpo, alla posizione, e vuol dire che al resto, all’anima, è meglio non pensarci.

Oggi però vale la pena di fare uno sforzo.

«Giornata speciale, bisogna fare il bagno» dico. Mi guarda in tralice, scuote piano la testa. «Tu parli del mio compleanno. È perché sei giovane» – ho cinquantatré anni – «ma alla mia età non c’è niente da festeggiare. Da sola, poi».

«Brutto periodo» annuisco. Da tre mesi non vede il figlio Alberto e le nipotine. La figlia, Greta, è venuta a trovarla l’ultima volta ad agosto, prima di partire per le vacanze.

«Macché periodo» commenta, mentre le passo la spugna sulla schiena incurvata, «non vengono mai e non verranno neanche oggi. Se non li invitiamo e non cuciniamo per un esercito, quelli non si vedono».

Nascosta al suo sguardo, sorrido. So cosa sta per accadere, mi hanno avvisata.

Il suono di un campanello, voci dalla strada.

«Viva la Fase 2! Viva la nonna! Tanti auguri!»

Fanno le scale di corsa, bambine e bambini davanti. Conosco i loro nomi, le loro storie. La signora mi ha parlato di loro per ore, nei giorni, negli anni, spesso ripetendosi, a volte dimenticandosi e riempiendo i vuoti con racconti d’invenzione. Eppure, questo loro lato non lo conoscevo: salgono tre scalini alla volta, cantano, ridono. E lo stesso fanno Alberto e sua moglie, Greta e suo marito. Non accendono la TV appena entrati, ma invitano i piccoli a circondare la nonna. Insieme recitano una poesia scritta apposta per l’occasione. Greta riprende tutto dall’alto, con il cellulare

Non ho mai visto la signora così felice.

Non si fermano a lungo, ma tanto è bastato. Alle sei di sera la signora mangia la minestra, poi la accompagno alla sua poltrona e lascio che si goda L’Eredità. La partecipante di oggi è tosta, riesce a vincere un bel po’ di soldi. La signora, che si immedesima sempre nelle giocatrici, esulta mentre la sigla del TG si sovrappone al suo programma preferito. Come sempre, ora mi chiede di cambiare canale e di seguire il TG sul notiziario locale.

Sarebbe stata una giornata bellissima, una giornata da ricordare. Se solo non stesse passando in sovraimpressione un invito…

FASE 2 FILMATE GLI INCONTRI CON I VOSTRI PARENTI E INVIATELI AL NUMERO WHATSAPP… MOSTREREMO I VOSTRI VIDEO DURANTE IL SERVIZIO SPECIALE…

Spero che i caratteri siano troppo piccoli e che lei non riesca a leggere nulla. Spero che si sia già addormentata, o che stia pensando alla vincitrice dell’Eredità. Che non abbia notato il cellulare della figlia, sollevato sulle loro teste due ore fa, mentre la sua famiglia le cantava tanti auguri. Spero non la sfiori l’idea che l’abbiano fatto solo per un video.

Per un istante, spero sinceramente che non sia stato tutto solo per un video. Poi vedo la lacrima che si fa strada, piano, sulla sua guancia.

Foto di Dilyara Garifullina da sito unsplash.com
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