Stamattina c’è il sole, finalmente!
Dopo una tempesta il sole può tornare. A volte splende.
Sembra un giorno d’ inizio primavera, la temperatura è fresca e un brivido percorre la mia pelle appena apro la finestra per respirare. Sì, respirare!
Stamattina non ho il peso allo stomaco come nei giorni scorsi.. mi sento rinascere e respiro.
La morte in tempo di Covid è uno strappo che toglie il fiato. Non il calore di una mano nella mano che accompagna, non la possibilità di sentire il respiro che diventa flebile e si disperde nell’etere alla ricerca del suo destino, non un saluto. E’ tutto “non”.
E’ una distanza impotente. E quella distanza non si colma con un bel funerale.
La mia mente si riempie di immagini… il passato recente è ancora molto vivo ma il presente-futuro scalpita per avere il posto d’onore.
Guardo il cielo, annuso un profumo nuovo (ma sicuramente esiste già da molto tempo nell’aria) e sento che sono io l’artefice delle mia giornata. Provo un grande sollievo.
Accendo la radio e immediatamente una voce dal tono fieristico sbobina una sequenza di parole che potrebbero mutare il mio umore … il Covid, il nuovo Decreto, le inchieste… . Provo un senso di soffocamento e cambio frequenza. Sì, questa la posso cambiare a mio piacimento. Va meglio, le note di una canzone di De Gregori mi regalano un tuffo nella mia gioventù.
Come ogni mattina, da mesi ormai, apro il mio pc e inizio a lavorare… relazioni, dati, tabelle, nuove disposizioni da leggere, moduli da completare…. Mi dico – nooooooooo! Oggi voglio vivere.
E così faccio un atto eversivo: esco!
Da Lucia