È un pomeriggio afoso come lo possono essere le giornate dopo ferragosto nell’epoca del riscaldamento globale. Decido di andare alla ricerca di un po’ di frescura: dopo due giorni chiusa in casa con i balconi serrati per contenere la temperatura sotto i 25 gradi, ho bisogno di uscire, di stare a contatto con la natura, di circondarmi di quel verde che mi dona tanta serenità, del canto degli uccelli, del volo leggiadro delle farfalle, del silenzio di quei luoghi dove il rumore dei motori non arriva e di un rigenerante fresco!
Devo fare un po’ di strada in auto; in questo periodo, per tanti di vacanza, non c’è molto traffico anche perché alle due di un pomeriggio di agosto si muove solo chi deve e chi, come me, lo fa sapendo di andare incontro a qualcosa di bello; dopo aver attraversato la città, mi dirigo verso le colline e finalmente arrivo al parcheggio posto sulla sommità di una di queste. L’ombra di un grande noce è quello che ci vuole per la mia auto.
La mia escursione ha inizio, mi aspettano due ore di cammino immersa nella natura. Finalmente mi potrò rilassare nella mente e nel corpo. Il percorso è in media ma costante salita, quello che ci voleva per muovere le gambe che da più di due mesi non facevano nulla, per sudare e per il mio sistema cardiovascolare, troppo raramente sollecitato negli ultimi tempi. Tra un po’ andrò in vacanza in montagna: devo prepararmi a fare ben altro tipo di camminate, quindi lancia in resta e viaaa.
Lo sterrato mi piace e mi piacciono molto anche gli archi naturali che si formano con i rami degli alberi posti sui due lati del percorso che, in un abbraccio naturale, formano i tunnel tanto suggestivi quanto rinfrescanti. Una lucertola mi sente arrivare e scappa alla velocità di una saetta; un ragno sta tessendo la tela che gli procurerà la cena che sarà sicuramente succulenta vista la quantità di insetti che già ci sono; attorno a me tutto un turbinio di vari animaletti che probabilmente mi stanno maledicendo visto che, con il mio passaggio, sto interrompendo la loro serena quotidianità. Una panchina, no è troppo presto per fare sosta, proseguo il mio cammino, mi sto alzando di quota e il panorama che si apre dinanzi ai miei occhi è sempre più bello, silenzioso, rilassante; le case si stanno allontanando, attorno a me ora ci sono solo piante di vario tipo, arbusti, prati. Ogni tanto da una radura posso osservare l’orizzonte, da una parte la valle con il piccolo centro abitato, da un’altra le colline che si susseguono via via sempre più alte fino a diventare monti.
Arrivata ad un bivio decido di andare a sinistra anche perché in distanza vedo un bellissimo rustico, nel bel mezzo del nulla, che vorrei vedere da vicino. L’abitazione è circondata da un grande prato verde e sul finire una collina che ospita un asinello, alcune caprette, conigli e galline; avvicinandomi vedo quanto è bella questa vecchia casa perfettamente ristrutturata e integrata nell’ambiente grazie anche ad un sapiente uso del legno e del sasso che rendono questa residenza una vera perla inserita in un contesto naturale da sogno. Che fortuna vivere qui!
Respiro a pieni polmoni, faccio qualche esercizio con le braccia, che male non fa: fra la sedentarietà del lavoro d’ufficio e il caldo che mi annienta, ultimamente mi sono mossa troppo poco, non va bene, me lo ha detto anche la bilancia… se prendo chi l’ha inventata lo chiudo in uno sgabuzzino e lo metto all’ingrasso.
Sono quasi arrivata sulla cima e il panorama è sempre più bello, come si sta bene, voglio godermi ogni istante di questa silenziosa, solitaria beatitudine; comincio ad aver sete, mi sa che la bottiglia d’acqua che ho portato è troppo poca e spero tanto di trovare una fontanella per riempirla nuovamente… Wow, un muro di rovi carichi di more, evvai, ci voleva per un gustoso spuntino, che piacevole inaspettata sorpresa; buonissime, non mi staccherei più. Se penso a quanto costano al super mi chiedo perché mai lasciarle marcire sulle piante? Proprio no.
Ho le dita nere e la pancia gonfia. Ora posso continuare la camminata.
Eccomi finalmente arrivata sulla cima, che spettacolo! Un po’ di meritato riposo, voglio godermi appieno questi momenti di pura bellezza, niente più dell’immersione in un bagno di natura per rilassarsi e ricaricarsi, i pensieri negativi svaniscono e la pace si impossessa della mia mente, del mio corpo, in totale armonia con ciò che lo circonda, vorrebbe sdraiarsi, abbandonarsi e dormire… dormire…
Accidenti, che ore sono? Sono passate due ore, devo cominciare a scendere, cos’è questo rumore? Oh, guarda, un bipede umano in bicicletta: “Buona passeggiata!” “Grazie, buona pedalata!”
Più scendo e più fa caldo. Hanno detto che stanotte pioverà: speriamo sia la volta buona e che quest’afa opprimente trovi un’adeguata, definitiva, inappellabile fine.
Vedo l’auto. Mi sento carica, serena, leggera.
Domani mi aspetta una dura giornata di lavoro, devo resistere ancora una settimana e poi le tanto agognate vacanze.
Sapere che non ci sarà la sveglia che suona, i colleghi che chiedono continuamente, i clienti che telefonano, il traffico della strada, la stanchezza che si accumula. Solo relax, dormire senza sosta, tanti bei posti da visitare, facce nuove da incontrare, ma soprattutto zero orologi da controllare. Impagabile.
Da Paola