17 aprile 2021
Noi che guardiamo
Se hai avuto una brutta giornata forse è meglio che non guardi. Per guardare certe cose bisogna essere forti, avere stomaco, palle.
Se hai avuto una brutta giornata sarai stanca, deluso, arrabbiato, sarai tesa, avrai sonno. Per guardare certe cose sarebbe meglio essere svegli, attente, ragionevoli, attive.
Non guardare, se hai avuto una brutta giornata, dormirai male e non c’è niente di più importante di una bella dormita se hai avuto una brutta giornata, qui c’è merda, c’è piscio, c’è sangue.
Se hai avuto una brutta giornata ti converrebbe cercare una commedia su Netflix, una serie su come imparare a meditare, cucinare vegano.
Hai avuto una brutta giornata, ma vuoi restare.
Va bene, ci vediamo alla fine, vediamo che cosa rimane.
Porto gli occhiali da anni.
Faccio l’insegnante, alle superiori.
Quando parlo dei campi della Shoah, la prima cosa che mi viene in mente, sempre, è che se rompevi gli occhiali restavi lì com’eri. Io senza occhiali mi sento indifesa, incapace, nuda.
Quest’anno compio cinquantanove anni, gli assorbenti non mi servono più, ma mentre ascolto che gli assorbenti non possono entrare nel campo di Lesbo perchè non sono più ritenuti un genere di prima necessità mi sento il sangue colare sulle gambe, mi immagino l’ansia di trovare un pezzo di tela, un po’ d’acqua.
C’è di peggio.
É per non pensare a tutto quello che c’è di peggio, credo, che mi tengo stretta agli occhiali e agli assorbenti, piccole cose, il peggio è così enorme ed è troppo.
Cosa rimane.
Gratitudine per Stefania che testimonia il sangue, il piscio e la merda.
Desolazione, mai come adesso riusciamo solo a guardare.
Silvana Savio
5 settembre 2020
Quando parliamo di diritti delle donne, di quali donne stiamo parlando?
Il femminismo intersezionale ci aiuta a decostruire “le donne” come categoria uniforme e universale e a situarle nei contesti, dove altre forme di differenza sociale – di classe, etnia, orientamento sessuale, disabilità, religione, casta, ecc. – “intersecano” il genere producendo forme di oppressione, discriminazioni e privilegi diversi. Natasha Aidoo, studiosa di femminismo postcoloniale, ci stimola a ripensare le differenze all’interno delle stesse produzioni femministe. Adottando una prospettiva intersezionale, ci rivela al contempo la vivacità intellettuale del femminismo africano e la necessità di decolonizzare la produzione di sapere femminista dominata da una visione euro- e americano-centrica. Vi invitiamo a leggere il suo interessante articolo pubblicato nel sito InGenere:
Perché non parliamo di femminismo africano?
Inoltre, per chi volesse approfondire il concetto di intersezionalità, sempre nello stesso sito suggeriamo il seguente articolo: Di cosa parliamo quando parliamo di intersezionalità
29 agosto 2020
Questo agosto ha visto accendersi il dibattito sulla relazione tra aumento di casi di Coronavirus e immigrazione. Alcuni politici e politiche hanno sostenuto la tesi secondo cui l’ingresso di migranti in Italia avrebbe avuto un ruolo importante nella diffusione del virus. Pagella Politica si definisce “l’unico sito italiano dedicato esclusivamente al fact-checking delle dichiarazioni dei politici”. Nell’articolo che trovate al seguente link, la suddetta tesi viene smentita, attraverso riferimenti puntuali ai dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità, della Protezione Civile e del Ministero dell’Interno.
Perché il peso dei migranti sull’aumento dei contagi è «minimale»
1 luglio 2020
Il movimento Black Lives Matter ci ha mostrato che “le vite dei neri contano”… un po’ meno in Italia. Specialmente se donne. La recente disputa sulla rimozione della statua di Montanelli a Milano apre squarci su altre, più problematiche rimozioni – storiche, culturali e di genere – e sulla necessità di avviare un serio dibattito intorno al rapporto tra memoria, spazio pubblico e potere.
Da qui prende le mosse il nostro editoriale proposto oggi, in accompagnamento alla bella intervista a Carla Panico sulla funzione sociale e inevitabilmente di narrazione che hanno statue e monumenti.
Puoi accedere alla pagina web da cui è tratta l’intervista cliccando qui
Per ulteriori riflessioni, a cui si è fatto rimando nell’editoriale:
– articolo su Internazionale
– indagine del The Guardian
– la statuta “rosa” di Montanelli
27 giugno 2020
Come ribellarsi alla discriminazione di genere nel linguaggio.
Questo l’approfondimento di oggi, attraverso la condivisione dei due video di una interessante serata a cui abbiamo assistito non molto tempo fa. L’invito alla ribellione determinata e convinta, mai violenta, caratterizza lo spirito del gruppo che ha organizzato l’evento: Extinction Rebellion (https://extinctionrebellion.it), sezione di Venezia.
Di seguito i due video della serata, tenuta dalla dr.ssa Manuela Manera, che con grande chiarezza e competenza ha indicato nodi critici e possibili via d’uscita per un uso non discriminante della lingua.
La prima parte riguarda l’esposizione della studiosa, mentre la seconda riporta il dibattito che ne è scaturito.


13 giugno 2020
Inauguriamo la rubrica LabOb5 legge… uno spazio in cui proponiamo le nostre recensioni su testi (saggistica e narrativa) che ci hanno particolarmente colpito e di cui consigliamo la lettura. Oggi raccomandiamo Invisibili, di Caroline Criado Perez, un recentissimo saggio pluripremiato che documenta l’assenza di dati di genere nella società. Leggete qui il nostro commento.
6 giugno 2020
Pubblichiamo di seguito il nostro primo editoriale, in cui riflettiamo sulla vicenda dell’applicazione mobile Immuni e il dibattito seguito all’utilizzo di immagini sessiste nella grafica dell’app. Nell’editoriale proponiamo anche un approfondimento critico sul tema del femminile materno.
Leggete tutto ai seguenti link:
Childless, childfree o lunàdigas? Sulle scelte non riproduttive come sovversione del femminile
2 Giugno 2020: festa suffragio femminile
Il 2 giugno è la Festa della Repubblica e anniversario del suffragio femminile. Celebriamo questo avvenimento proponendo due approfondimenti. Il primo è un articolo sulla storia dell’elettorato femminile, pubblicato nella rivista AIC – Associazione Italiana dei Costituzionalisti, scaricabile al seguente link o cliccando direttamente su download:
Il secondo è un documento visivo presentato da La 7 nel 2004, in cui varie testimoni dell’epoca raccontano la conquista del diritto di voto per le donne in Italia. Il documento è visualizzabile al seguente link: Altra Storia 2004: La prima volta – Il Voto alle Donne
25 Aprile 2020: Festa della Liberazione
Nella giornata in cui si celebra la liberazione dall’oppressione nazifascista, abbiamo pensato di presentare tre approfondimenti molto diversi tra loro per registro, temi e contesto, ma legati dal fatto di proporre, tutti, degli sguardi di genere originali sul tema della Resistenza, della guerra e della liberazione. Liberazione anche dagli stereotipi di genere. Ve li proponiamo di seguito, augurandovi buona lettura e buona visione!
Nell’articolo di Luigi Mastrodonato, uscito sull’Espresso qualche tempo fa (link di seguito), si racconta del ruolo dei “femminielli”, persone transgender e figure tipiche della cultura popolare partenopea, nelle Quattro Giornate della Resistenza di Napoli. Ci è sembrato uno stimolo interessante per guardare alla costruzione della “mascolinità” partigiana da una prospettiva alternativa ai modelli eroici etero-centrici a cui le narrazioni storiografiche ci hanno abituato.
Quattro Giornate, la storia dimenticata dei femminielli che fecero la Resistenza
Proponiamo inoltre la visione del documentario di Liliana Cavani: “La donna nella resistenza”, del 1965 (accessibile al link qui sotto). Un bellissimo documento storico da vedere e rivedere.
La donna nella resistenza
Infine, segnaliamo il fascicolo monografico: “Le donne e la guerra”, sulla rivista di studi di genere La Camera Blu, disponibile in formato PDF scaricabile al link qui sotto. Il fascicolo contiene approfondimenti di grande interesse e spessore sul tema donne e guerra, affrontato da molteplici prospettive e in diversi contesti. Tra i vari contributi anche l’articolo di Francesca Marone: Joyce Lussu: una rigorosa passione, che approfondisce il lavoro della scrittrice, poetessa e letterata italiana partigiana Joyce Lussu .
22 aprile 2020
“La soglia di casa continua a essere vista come l’accesso a un mondo neutro e che funziona da sé. Tutta la serie di azioni che si svolgono all’interno delle mura domestiche (la cura dei figli è solo la più evidente) proprio perché sottratte dal campo della visibilità pubblica sono consegnate a un riconoscimento insufficiente o affidate a una retorica, anche istituzionale, che continua a subordinarle alle logiche del lavoro e della produttività”.
Continuate a leggere l’approfondimento di Sandra Burchi nell’articolo:
Lavorare a casa non è smart
17 aprile 2020
Apriamo la sezione Approfondimenti proponendovi un articolo pubblicato il 24 marzo 2020 dal collettivo Wu Ming, che riflette sulla sofferenza di bambini e bambine in questo periodo di stringenti misure restrittive e sull’assenza di attenzione per la loro condizione da parte di chi sta governando l’emergenza. Di seguito il link all’articolo, buona lettura!
I bambini scomparsi per decreto. La sofferenza dei più piccoli nei giorni del coronavirus.